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la storia dei font – 1° Parte

mr wolf

la storia dei font – 1° Parte

I caratteri tipografici, chiamati typeface o font in inglese, fanno parte della nostra vita, sono sui libri, sul web, sulle T-shirt, su ogni prodotto che acquistiamo.

Attraverso la loro forma, i caratteri evocano un momento storico, uno stile e ci permettono di esprimerci con la parola scritta, ci invogliano a informarci, a leggere, a comprare.
A seconda del font che scegliamo, con American Typewriter piombiamo in un giallo sul detective Marlowe, con Bauhaus 93 veniamo catapultati nella Germania degli Anni ’20-’30, quando insieme al nazismo nasceva il design moderno.

Nel corso del tempo sono stati creati moltissimi tipi di font, con caratteristiche estremamente diverse perché nati in epoche differenti, raggruppati in due grandi famiglie: caratteri con grazie (serif) e senza grazie (sans serif) o bastoni.
Il carattere tipografico è infatti uno strumento speciale dal grande potere: esprimere le parole attraverso i concetti visuali. E ognuno di loro ha la sua storia.

La parola font (in francese vuol dire fuso) è strettamente legato all’invenzione della macchina di Gutenberg del 1455, che stampava i caratteri mobili con la fusione del metallo.
I primi caratteri cercavano di imitare la scrittura a mano ma successivamente la stampa iniziò ad adottare caratteri più simili a quelli romani ed a relegare il gotico solo per scritte particolari.

Nel XV secolo, a Venezia, il francese Nicholas Jenson fu ispirato dal carattere romano delle scritte in latino scolpite sulle lapidi, per creare il carattere Roman: curve regolari, linee dritte, molto leggibili.
La seconda, grande innovazione fu il corsivo, creato alla fine del Quattrocento dall’editore veneto Aldo Manuzio. Si trattava della versione inclinata del Roman, chiamato Italie dagli anglosassoni proprio per le sue origini.

Uno dei più antichi è il Garamond, che prende il suo nome dal francese Claude Garamond (1500-1567), il disegnatore di caratteri più illustre del suo tempo. Il Garamond è uno dei caratteri più usati nell’editoria.
La produzione di Robert Granjon (1513-1589) è strettamente connesa con quella di Garamond. Il suo lavoro fornì i modelli per il Platin e il Times New Roman così come per il Galliard di Matthew Carter.

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