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comunicazione ecologica

mr wolf

comunicazione ecologica

La Comunicazione ecologica è quella comunicazione positiva che mira a creare armonia anche dove esistono diversità, superando e non acuendo i conflitti.

Ideato dal professor Jerome K. Liss, il Metodo ha come filosofia di base il coltivare il talento e l’abilità di ogni persona, rispettandone le diversità e nello stesso tempo mantenendone la coesione con gli altri, in modo che tutti possano agire insieme per un obiettivo comune.

L’idea di abbinare il termine ecologico e comunicazione deriva dal fatto che, secondo il suo ideatore, tutti gli elementi dell’ecologia sono applicabili a una comunicazione efficace, creativa, positiva: come afferma J.K Liss stesso, “in ecologia c’è l’interazione tra organismi diversi e complessi e l’ambiente circostante. Quest’ultimo deve essere rispettato affinché vi possa essere armonia. Così allo stesso modo dovrebbe avvenire tra gli uomini. Per farlo è importante attivare forme di comportamento all’interno del gruppo che prevedano la libera esposizione delle proprie idee in armonia e rispetto nei confronti del gruppo stesso e con il suo progetto globale. Se in ecologia domina un’idea di crescita e di sviluppo lungo la direzione dell’evoluzione, così anche all’interno di un gruppo si può perseguire una via di sviluppo che s’identifica nella maggiore capacità di pervenire a risultati concreti ed efficaci”.

E’ una prassi applicabile a qualsiasi occasione e atto comunicativo, dalla dinamica a due a quella di gruppo, come pure nei contesti più disparati, da quello familiare a quelli amicale, scolastico, aziendale, solo per ricordarne alcuni. Riguarda tanto la dimensione  verbale quanto quella non verbale.

Negli ultimi anni anche le aziende stanno cercando di attuare questo metodo all’interno delle loro strutture.

Un cambiamento  “ecologico” verso il benessere personale e aziendale frutto della disponibilità a mettersi in gioco e della consapevolezza dei partecipanti, che hanno deciso di sperimentare nuove modalità di relazione con colleghi e superiori e di valutarne i risultati.

Nel caso del lavoro di gruppo a sentirsi paritari devono essere tutti gli elementi del team per fare in modo di poter sfruttare al massimo le capacità di ognuno.

Una peculiarità che si rintraccia nel modello “ecologico” consiste nello sviluppare una comunicazione efficace analizzando i concetti e le proposte espressi dagli elementi di un gruppo non in termini di “giusto o sbagliato” ma riguardo alla loro capacità di produrre “vantaggi o svantaggi”.  

Partendo da questa considerazione, si possono desumere quali sono alcuni dei metodi per avere una comunicazione ecologica: evitare il dogmatismo e la monopolizzazione, incoraggiare i membri meno attivi a partecipare, evitare giudizi pesanti, non deviare eccessivamente dal tema, essere precisi durante la creazione di un piano, fare proposte inerenti, trasformare le parti utili delle critiche in suggerimenti, costruire la fiducia, ragionare in positivo.

Una ricercata applicazione della comunicazione ecologica permette quindi a tutti i membri di avere peso uguale, e ciò fa in modo che le idee fluiscano con più facilità.

Oltre al raggiungimento di risultati positivi nel rapporto tra individui all’interno dell’azienda, secondo J.K Liss può portare anche a vantaggi di tipo economico: egli fa l’esempio delle riunioni aziendali, sostenendo che se queste fossero condotte seguendo i principi della comunicazione ecologica, si avrebbero diversi vantaggi, tra i quali una discussione più vivace, l’indicazione di elementi concreti rispetto alla semplice esposizione di opinioni, la valorizzazione complessiva dell’intelligenza del gruppo e che tutto questo spesso collabora in maniera evidente alla soluzione dei problemi misurabili in termini economici.

Nel caso del lavoro di gruppo a sentirsi paritari devono essere tutti gli elementi del team per fare in modo di poter sfruttare al massimo le capacità di ognuno.

Al centro delle sue teorie sulla comunicazione ecologica, egli pone le figure dei “facilitatori”, soggetti con una buona esperienza di comunicazione, debitamente formati, che hanno il compito di trarre il meglio dai membri di un gruppo e, al contempo, aiutarli a interagire in armonia reciproca. Un gruppo senza facilitatori può cadere nel caos.

La comunicazione ecologica propone quindi un’evoluzione dei gruppi: quelli gerarchici tradizionali, cioè basati sulle decisioni dall’alto, possono evolvere avvicinandosi ai gruppi di base, questi ultimi basati su un processo decisionale comune. In un gruppo di compartecipazione il feedback è offerto da chiunque sia coinvolto nella decisione: chi la mette in pratica e chi ne riceve l’impatto, pertanto tutte le azioni più importanti sono discusse e decise dal gruppo nel suo insieme.

Il punto chiave è che il controllo autoritario di un singolo si adatta male alle situazioni complesse.

Va precisato che la figura del leader in questi nuovi gruppi continua ad esistere, poiché il suo ruolo in termini di responsabilità, garanzia e coerenza resta fondamentale; non è neanche detto che un leader non possa essere anche un facilitatore.

Praticandola s’impara nel tempo a evitare, o almeno provare a moderare, la monopolizzazione, il dogmatismo, il giudizio, gli insulti, preferendogli invece la positività, il consiglio costruttivo, l’ascolto positivo.