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I Canti di Natale

mr wolf

I Canti di Natale

I canti di Natale sono diventati ormai parte di un patrimonio umanitario condiviso. Tutti ne sappiamo almeno uno, da quelli più noti ai meno famosi e ognuno di noi ha un ricordo legato a una di queste canzoni.

 Il loro sviluppo nel corso dei secoli è il risultato di una mescolanza di pratiche religiose e popolari, infatti durante le liturgie natalizie si cantavano gli antichi inni latini di cui il più famoso e conosciuto nella Chiesa latina era il “Veni, Redemptor Gentium”.

Questi primi inni sono densi, solenni e teologici; trasmettono le dottrine sull’incarnazione e sulla Redenzione ma non riescono a ricreare lo scenario della realtà umana della nascita di Cristo.

Nel 13° secolo, la spiritualità di San Francesco d’Assisi inaugura lo “spirito dei canti di Natale” che celebra l’umile umanità della nascita del Bambino Gesù. Molti attribuiscono i primi canti di Natale a San Francesco d’Assisi, che aveva una particolare devozione per il Bambino Gesù. Ma non è così.  A lui va riconosciuto l’introduzione del presepe, che è la rappresentazione della Natività; mentre ai discepoli di san Francesco va riconosciuto la creazione dei primi canti di Natale, diversi dai primi inni perché scritti nella lingua locale e rievocanti la scena della Natività e il Cristo stesso con calorosa familiarità.

Un altro Santo, il fondatore dei Redentoristi Alfonso Maria Dè Liguori (1696-1787), è l’autore di uno dei canti di Natale più conosciuti in Italia e altrove: “Tu scendi dalle stelle”. Cantato per tradizione in Vaticano alla vigilia di Natale, rievoca lo “spirito del canto di Natale” di San Francesco

I canti di Natale hanno finito per espandersi in tutta Europa, dove sono definiti come canti che esprimono più che altro un sentimento religioso, spesso scritto in lingua vernacolare, e accompagnato da una melodia tradizionale oppure meno formale.

Tra questi, uno dei più conosciuti è di Joseph Mohr che nel 1816 compone “Stille Nacht! Heilige Nacht!” (Astro del Ciel), cantata per la prima volta durante la vigilia di Natale nel 1818, accompagnata da una musica di Franz Gruber. Il canto è una ninnananna per neonati, che spinge il bambino a dormire “nella pace del cielo”. Questo canto così semplice è diventato uno dei favoriti tra i più cantati al mondo; è stato tradotto in più di 140 lingue.

È in epoca vittoriana che in Inghilterra nasce la tradizione di portare i canti natalizi porta a porta. Per i poveri l’obiettivo è racimolare qualche soldo per rendere migliori le feste. I Christmas Carolers, invece, erano ricchi impegnati nel sociale: il loro spostarsi di casa in casa aveva lo scopo di cantare gli auguri e raccogliere fondi per le mense dei bisognosi.

In questo periodo nasce nel 1857 l’opera di James Lord Pierpont, “One Horse Opern Sleigh” originariamente scritta per essere cantata durante il Ringraziamento. Ispirata alle gare annuali di slitte trainate da un cavallo su Salem e Pleasant Street tra Medford Square e Maldare Square, due anni dopo il titolo fu cambiato nel più celebre “Jingle Bells” rendendola una delle canzoni più popolari e ascoltate durante il periodo natalizio.

Passando in epoca moderna, nel periodo che va dagli anni trenta ai sessanta, si formò il canone della musica natalizia con gli intramontabili: Last Christmas, Jingle Bell Rock, Let It Snow, Feliz Navidad , White Christmas, fino ad arrivare a Mariah Carrey con la famosissima “All I Want For Christmas Is You” regina degli incassi e che solo nel 2021 vanta più di 8 milioni di stream a livello globale, seguita da “Last Christmas” dei Wham e “It’s Beginning to Look a Lot Like Christmas”.

 Ma come sono viste le canzoni di Natale oggi ? Sono tutt’ora piacevoli?

Alcuni ricercatori di musicologia anno spiegato che anche se non tutte le canzoni natalizie sono uguali, ci sono alcuni elementi che indicano al nostro cervello che stiamo ascoltando qualcosa di quel genere.

È anche grazie a queste caratteristiche che le canzoni natalizie, e in particolare i loro ritornelli, diventano quelli che in inglese si chiamano “earworms”: letteralmente “tarli nell’orecchio”, cioè melodie o canzoni che ci entrano in testa e fanno fatica a uscirne, col risultato che non riusciamo a smettere di canticchiarle o di averle in mente.

Le canzoni di Natale hanno l’obiettivo di indicare che sta arrivando un periodo generalmente considerato pieno di gioia, e questo può essere rassicurante per alcune persone; tuttavia, per altre possono diventare un tormento. Secondo gli psicologi la ripetizione o comunque «qualsiasi cosa che venga percepita come eccessiva, dopo un po’ può annoiare e diventare fastidiosa». Spesso le canzoni natalizie che ricordiamo di più sono quelle che ci legano alla nostra infanzia o ad altri momenti importanti delle nostre vite. La musica è molto efficace nel creare nostalgia ed è la stessa ragione per cui amiamo generalmente anche in età adulta le canzoni della nostra adolescenza.

Tuttavia, i brani che celebrano il Natale densi di felicità, allegria e buoni propositi ci “accompagnano” (come colonna sonora) per tutto il periodo che precede l’arrivo delle tanto attese festività e come luci, addobbi e regali, sono l’anima delle feste e contribuiscono a creare la giusta atmosfera.