Pink Floyd – The Wall
Il 30 novembre 1979 i Pink Floyd pubblicano l’album “The Wall”. Con i suoi testi di rivalsa sociale e lotta interiore, l’album scritto da Roger Water segna una svolta per tutte le generazioni, contemporanee e future, in difficoltà.
I brani raccontano la storia di Pink, una rockstar che dopo una serie di traumi psicologici, come la morte del padre o la scoperta dei tradimenti della moglie, arriva a costruirsi un muro mentale intorno a lui, “The Wall”. Ogni brano è un mattone in più, un “bricks”, che va a completare il muro con cui Pink riesce metaforicamente a isolarsi dal mondo esterno. Muro che alla fine del percorso ritiene però di dover abbattere, per eliminare le sue difese e integrarsi con il mondo.
“Another brick in the wall” è sicuramente la canzone più iconica dell’intero album. Composta in 3 parti, la seconda ed anche più famosa, è una critica feroce alle istituzioni dell’epoca. Secondo Waters, i ragazzi, invece di crescere e arricchirsi grazie all’educazione, vengono appiattiti da un sistema scolastico che li rende tutti uguali. Una spersonalizzazione che porta nel mondo degli adulti figure senza creatività ed una propria volontà. L’immagine è resa benissimo nel video della canzone. Una serie di ragazzi, completamente uguali, che vengono risucchiati dentro un enorme tritacarne.
Pur senza riferimenti diretti con il muro di Berlino, il brano e l’intero album risultarono estremamente contemporanei e al tempo stesso visionari con la situazione che stava vivendo l’Europa in quel momento. Waters decise quindi di organizzare un concerto a Berlino, il 21 luglio del 1990, per festeggiare la caduta del muro avvenuta l’anno precedente. I Pink Floyd si esibirono dal vivo con i brani tratti dall’album “The Wall”, accompagnati da una scenografia che raffigurava un muro mentre veniva abbattuto. Fu il primo approccio per ricucire la spaccatura culturale tra la gente dell’est con quella dell’ovest.