
usi e costumi del carnevale
Ogni anno, nel mondo, decine di migliaia di persone indossano i panni di qualcun altro per uno, due, tre giorni trasformando la propria città in una grande esplosione di festeggiamenti. Basti pensare a Venezia, Rio De Janeiro, New Orleans, Notting Hill. Tutte celebrazioni uniche nel loro genere, con le loro tradizioni e i loro travestimenti. Per un giorno tutti possono cambiare identità, mascherarsi da chi vogliono che sia un personaggio storico, fantastico, televisivo o caricaturale.
Solenni banchetti, maschere, travestimenti, personaggi tradizionali, battaglie di arance, carri allegorici, dolci tipici, tutto questo ha origini molto profonde e tradizioni secolari.
Sono ancora oggi poco chiare e imprecise, come ad esempio il significato del nome. C’è chi lo associa all’espressione “car navalis”, il rito della nave sacra portata in processione, chi a “carnem levare”, ovvero eliminare la carne per indicare il fatto che inizia il digiuno quaresimale. Il Carnevale infatti è oggi riconosciuto come una festività legata alle tradizioni cattoliche, in particolare alla Pasqua, tuttavia le sue radici affondano in culture ben più antiche. Già all’epoca degli antichi Greci e Romani c’era festeggiamenti che ricordano il nostro Carnevale. Nell’antica Grecia, feste di questo genere sono state identificate con le Dionisiache, celebrazioni pagane dedicata al dio Dioniso, nel corso delle quali tutte le attività lavorative cessavano affinché tutti potessero dedicarsi completamente al vino e al divertimento.
Per gli antichi romani, Saturno era il Dio dell’età dell’oro, un periodo felice in cui regnava l’uguaglianza e, con i Saturnali, tutto ciò veniva festeggiato con balli, canti e tutto era fatto in chiave scherzosa, sovvertendo tutti gli obblighi sociali e di classe. Era la festa della fecondità della terra che doveva nutrire uomini ed animali, al cui rito si aggiungeva quello della risata. Nel Medioevo sempre nel periodo di febbraio continuarono a sopravvivere queste usanze, assumendo però il nome di Festa dei Pazzi e Festa dell’Asino. È però il Rinascimento che sancisce il vero trionfo del Carnevale quando persone di ogni estrazione sociale in massa partecipavano a feste in costume e festeggiano allegramente in piazza. Famose erano i “trionfi” organizzati da Lorenzo de’Medici che consistevano in sfilate di carri allegorici. Le tradizioni del periodo di Carnevale sono tantissime e coinvolgono sia i travestimenti, sia le celebrazioni, sia la gastronomia. Basti pensare che di questa festa, come la conosciamo noi, si hanno testimonianze già a partire dal 1094, grazie a un documento in cui venivano citati eventi pubblici nei giorni subito precedenti alla Quaresima, anche se è dal 1296 che la festa del Carnevale viene ufficializzata in un editto dal Senato italiano.
Nel corso del ‘700, iniziarono a essere introdotte sulla scena maschere poi divenute tradizionali, come quelle di Arlecchino e Pulcinella che entreranno nell’immaginario collettivo del Carnevale. I personaggi in scena indossavano maschere raffiguranti tipi umani: Arlecchino- servitore, Colombina- serva, Pantalone- padrone e Balanzone- sapiente. Da quel momento storico nascono le maschere italiane che ancora oggi tutti conosciamo.
Le maschere regionali italiane hanno diverse origini. Alcune nascono dal teatro dei burattini, altre dalla Commedia dell’arte, altre rappresentano l’eredità di tradizioni arcaiche e altre ancora sono nate apposta per il Carnevale. Ogni regione ne ha una o più di una, e ciascuna di loro ha una storia, un carattere, una personalità. Anche se oggi non vengono più indossate come un tempo, queste maschere rappresentano una parte molto importante nella tradizione carnevalesca italiana e nella sua cultura in generale. Nacquero così le maschere di ogni città, ognuna con le sue caratteristiche divertenti. Stenterello è la maschera originaria toscana e più precisamente di Firenze e rappresenta il tipico chiacchierone, un giovane di bassa estrazione sociale impulsivo, pauroso, ma molto ingegnoso e dotato di una pungente ironia
Meneghino è la maschera tipica milanese e rappresenta il ribelle milanese patriota che combatte contro la dominazione asburgica, un tipo allegro ed estroverso.
Brighella, invece, è la maschera originaria di Bergamo e rappresenta il compare di Arlecchino. Il suo nome si riferisce al suo carattere dispettoso e insolente (non a caso è un vero attaccabrighe).
Una altra maschera famosissima è appunto Arlecchino, il suo ruolo è di solito quello di un servitore spensierato e allegro, ma anche astuto, che agisce per contrastare i piani del suo padrone e persegue il suo interesse amoroso, Colombina, con arguzia e intraprendenza.
Rugantino è la maschera originaria di Roma e rappresenta il tipico romano giovane arrogante e strafottente, ma dal cuore buono e dall’animo generoso.
Balanzone è la maschera originaria di Bologna e rappresenta il sapiente, serio e presuntuoso, insopportabile che si perde in lunghi discorsi. La maschera di Gianduia la troviamo in Piemonte e quella di Pulcinella a Napoli.
A seconda delle diverse regioni viene celebrata in svariati modi, seguendo le tradizioni e il folclore che si tramanda da secoli. Tantissimi i carnevali da visitare in Italia, non solo quello di Venezia, che è tra i più conosciuti al mondo con i suoi costumi sfarzosi. Una maschera popolare tipica del Carnevale di Venezia è Bauta, che è bianca e senza bocca con una mascella molto squadrata. La maschera serviva a camuffare le persone delle classi basse e farle partecipare ugualmente agli eventi e alle feste. C’è poi quello di Viareggio con i suoi carri allegorici e Sciacca con le sue opere in cartapesta. Un altro carnevale famoso è quello di Ivrea dove domina la bella Mugnaia che, secondo una leggenda medievale avrebbe ucciso il Marchese tiranno, un fantoccio che finisce bruciato. Segue al rogo imponente corteo guidato dal generale a cavallo seguito da cinque abbà con un’arancia infissa sulla spada. Tipica, in chiusura, è lotta a colpi d’arance tra squadre. Da sottolineare che in queste gare, diffuse anche altre città, fa sempre la sua comparsa l’arancia, a cui la leggenda popolare attribuisce poteri propiziatori. Il borgo di Cento a Ferrara che quest’anno ha organizzato un Carneval che sarà dedicato alle arti, ai mestieri e alle tradizioni della città. Dal 1990 la manifestazione è diventata un evento folcloristico importante, grazie al gemellaggio con il Carnevale di Rio de Janeiro dove per alcuni anni sfilavano maschere del carro vincitore dell’edizione precedente e alla costante presenza di personaggi dello spettacolo italiano e internazionale.
Peculiare è il ricco gettito di gonfiabili e peluches lanciato da ogni carro agli spettatori. Di grande particolarità e tra le tradizioni di carnevale più diffuse c’è il “Processo del Carnevale” che ritroviamo in molte regioni italiane ancora oggi. Detto anche il Carnevalone, è una festa laica che si caratterizza per la prosecuzione dei festeggiamenti dopo il Mercoledì delle Ceneri e risale all‘800. A quell’epoca il Carnevalone rappresentava la reazione del popolo anti-clericale al clima austero che si respirava dopo l’inizio della Quaresima. Il rituale consiste che dopo la lettura del testamento del Carnevale, al quale si dà la colpa di tutti i mali del vecchio anno, di solito si usa “condannarlo” a morte. La morte può avvenire anche a mezzo del fuoco con la messa al rogo del fantoccio di Carnevale che troviamo in molte località d’Italia.
Naturalmente ad una morte fa generalmente contorno un testamento e così avviene, per esempio, ad Agnone, in Molise, dove un pupazzo rubicondo, coronato da re, viene trasportato, sopra un carro, per le vie del paese tra canti, suoni e schiamazzi. Fermatosi al largo della fontana viene processato e condannato a morte. Prima dell’esecuzione però, nel far testamento rivela tutte le malefatte della comunità: tradimenti, disonestà ecc. Si può desumere che non solo le differenze ci siano fra regioni, ma anche all’interno delle stesse regioni delle tradizioni differenti. Nel bel borgo montano di Sappada, situato nel nord delle Dolomiti, il rispetto di tradizioni secolari è un elemento aggregante per la popolazione. Sappada, che si compone di quindici borgate, trova nelle celebrazioni per il Carnevale un momento in cui riaffermare le proprie usanze storiche, che vengono mantenute vive anno dopo anno. Chi ha la fortuna di visitare questa località nel mese di febbraio potrà assistere alla nota Sfilata del Rollate, la maschera simbolo del paese realizzata dagli artigiani del legno, e inoltre si potranno assaggiare i dolci tipici della zona.
Un altro borgo del Friuli-Venezia Giulia che si distingue per le sue tradizioni di Carnevale è Sauris. Questo piccolo paesino della Carnia è il luogo in cui si celebra un Carnevale molto particolare, dalla durata di un solo giorno. I protagonisti assoluti sono i Rölar, ovvero dei personaggi diabolici che agitano in continuazione i loro campanelli, con l’obiettivo di portare in vita il Kheirar, ovvero il re delle maschere. A quest’ultimo spetta il compito di passare casa per casa e coinvolgere le coppie, anch’esse mascherate e perciò non riconoscibili, in un corteo danzante. Il borgo di Acquapendente è meta turistica tutto l’anno e un’importante tappa dei percorsi spirituali. Tuttavia, all’avvicinarsi del Carnevale questo bellissimo paesino in provincia di Viterbo si anima grazie alla maschera tradizionale, il Saltaripe. Si tratta di una versione locale di Arlecchino, ama gli scherzi e mangiare le tipiche fregnacce e a causa di un amore smisurato per il vino, diventa particolarmente dispettoso
A Satriano di Lucania, situato nel parco nazionale dell’Appennino Lucano, a Carnevale gli abitanti si travestono da alberi, ricoprendosi di edera. La domenica che precede il Martedì Grasso, la popolazione locale così vestita esce dal bosco e bussa alle porte delle varie case, con l’obiettivo di annunciare la primavera ventura. La maschera, che prende il nome di Rumita, termine dialettale ovvero “eremita”, è diventata negli ultimi anni un anello di congiunzione tra una tradizione antica e una sensibilità tutta moderna. Questo carnevale è un evento di riferimento per quanti hanno a cuore la sostenibilità ambientale: non è un caso che in concomitanza dell’evento vengano piantati tanti nuovi alberi. Le maschere tipiche sono la Pacchiana e il Pastore. Quando si pensa al Carnevale in Puglia subito la mente va al Carnevale di Putignano nel 1394 con la famosa “Festa delle Propaggini”. In realtà questa festività è festeggiata in ogni località della regione. La maschera più famosa è Gibergallo, tipica di Massafra, nato grazie a Gilberto Gallo che era solito travestirsi come un clown, indossando un frac bianco e nero e una maglietta a strisce gialle e rosse. Un’altra maschera tipica è Lu Titoru, originaria di Gallipoli, che secondo la tradizione rappresenta Teodoro, un giovane morto soffocato con il suo piatto preferito, le polpette, prima del digiuno quaresimale.
Anche i dolci cambiano in base alla regione o alla tradizione. I dolci tipici laziali per questo periodo sono le frappe e le castagnole. Ma anche le Fregnacce con la loro Sagra durante il periodo carnevalesco che sono delle frittelle che vengono preparate secondo la tradizione con acqua, farina e grasso di maiale e può essere guarnita sia con ingredienti dolci che salati. Ma ci sono anche le farse, frittelle tipiche di Pavia, chiamate “gale” a Bergamo. A Lodi è usanza preparare la tortionata, una torta a base di frutta secca. Una prelibatezza imperdibile sono i risulèn mantovani, biscottini a base di fioretto, una speciale farina gialla. I toscani celebrano il Carnevale mascherandosi, partecipando alle feste in piazza, ma anche con dolci tipici come la Schiacciata fiorentina, fatta con lo strutto di lardo e crema pasticcera o panna e il Berlingozzo, a forma di ciambella e all’aroma di anice. Ogni zona della Toscana ha la propria versione dei cenci (o chiacchere) fritte o al forno, con zucchero a velo o a granelli. I dolci tipici emiliani, invece, sono le castagnole, le sfrappole (chiamate intrigoni a Reggio Emilia, fiocchetti in Romagna e frappe nelle altre località), le raviole fritte (o tortelloni) ossia dei tortelli dolci ripieni di cioccolata, crema o mostarda, e le frittelle di riso (realizzate con il riso cotto nel latte e con aggiunta di grappa o Marsala).
Tipico della tradizione meridionale è il sanguinaccio, una crema dolce a base di cioccolato fondente da mangiare accanto alle chiacchiere. Del sanguinaccio esistono due versioni, quella moderna, in cui si utilizza semplicemente la cioccolata e quella classica, in cui si usa il sangue del maiale. Si dice che del maiale “non si butta via niente” e tradizionalmente l’animale è sempre stato ucciso nel mese di Febbraio e per questo utilizzato a Carnevale. Nel centro Italia, in Abruzzo, Umbria, Marche, invece, il dolce tipico del periodo di Carnevale è la cicerchiata. Si tratta di palline fritte, che vengono ricoperte con il miele, molto simili agli struffoli napoletani. La differenza sta nel modo in cui vengono disposti sul piatto. La cicerchiata ha infatti la forma di corona o di “pupatta”. Il suo nome infatti letteralmente significa “mucchio di cicerchie”. La ricetta non ha nulla a che vedere con i ceci, se non per la forma a palline gialle. La particolarità di questo dolce sta nel fatto che tradizionalmente le palline devono essere fritte nello strutto.
Oggi, i festeggiamenti del Carnevale sono diffusi in tutto il mondo e vengono celebrati attraverso sfilate di carri allegorici, riti propiziatori e soprattutto feste in maschera. Tra i carnevali più famosi nel mondo non si può non ricordare il Carnevale di Rio de Janeiro: per il Sud America il Carnevale ha sempre rappresentato un avvenimento importante soprattutto per le classi più povere. A Rio il Carnevale comincia il sabato grasso e dura per quattro giorni senza mai fermarsi, tra carri allegorici, balli e canti. La domenica grassa, i carri sfilano per la città e le persone si travestono e ballano al ritmo della “batucada”, ballo da cui nasce la “samba de roda” con movimenti del bacino e passi rapidi avanti e indietro dei ballerini. Una curiosità di questo Carnevale è che ogni anno, durante questa festa sfilano i “blocos”, gruppi di persone con magliette e costumi a tema che animano le vie della città per tutta la durata della festa.
In Francia, invece, è famoso il Carnevale di Nizza, dove si svolgono, oltre alle tradizionali sfilate di carri, anche le “battaglie di fiori”, che sono protagoniste assolute di questo Carnevale francese. Una curiosità sul Carnevale di Nizza: durante i festeggiamenti vengono accese più di 12.000 lampadine di 15 watt per illuminare tutta la città. In Germania è famoso il Carnevale di Colonia che inizia l’11 novembre alle 11:11, quando vengono nominati i protagonisti di questa festa: il Principe, il Fante e la Vergine che scenderanno in piazza solo il giovedì grasso per sfilare tra il pubblico e dare il via ai festeggiamenti e alle celebrazioni. La cosa particolare è che, questa giornata, è interamente dedicata alle donne che prendono il comando nelle case, negli uffici e nei negozi e tutto è loro concesso nei confronti dell’uomo. Noto come Fat Tuesday o Mardi Gras, questa celebrazione del Carnevale si è guadagnata lo status di migliore festa di strada d’America. È un festival con una parata annuale che si svolge in più strade della città. Oltre 750 mila persone si riversano per le strade della città mascherate appositamente e vestite con vestiti color viola (simbolo di giustizia), oro (simbolo di potere) e verde (simbolo di fede).
Alcuni gioielli e perline saranno lanciati agli spettatori durante la festa e ti consigliamo di tenerli come ricordo mentre i carri passano. Un altro Carnavale a cui non si può non partecipare è quello di Santa Cruz de Tenerife. Qui, le strade saranno un’esplosione di festeggiamenti per tutta la stagione. Uno degli eventi principali durante il Carnevale di Santa Cruz de Tenerife è la scelta della Regina del Carnevale. La festa di Carnevale a Sydney, in Australia, è più lunga dei normali Carnevali e molto diversa. In questo evento, gli australiani celebrano la cultura LGBTQI, motivo per cui è stata etichettata come Sydney Gay and Lesbian Mardi Gras Celebration. È caratterizzata da serate in discoteca, mostre, sfilate e un festival a cui partecipano le drag queen.
l Messico è in pole position per le sue elettrizzanti celebrazioni del Carnevale. Il Mazatlán, in particolare, offre un’incredibile musica dal vivo e fuochi d’artificio che emozionano le folle di partecipanti. Il Carnevale nel mondo si celebra anche a Londra, precisamente nel quartiere di Notting Hill. La più grande festa in strada di Londra prese piede verso la fine degli anni Sessanta, quando la comunità caraibica decise di celebrare la propria cultura e le proprie tradizioni. La festa non si svolge prima della Quaresima, ma l’ultima domenica di agosto. Il Notting Hill Carnival è uno degli eventi di strada più frequentati, con circa un milione di persone che si raduna per due giorni nelle strade del quartiere per ballare e assaggiare cibo tipico della tradizione caraibica.
In Grecia il Carnevale più prestigioso è quello che si tiene a Pratrasso: dura tre settimane con sfilate floreali e sontuosi balli in maschera. Caratteristiche sono le battaglie della cioccolata: alcune ragazze in costume, sopra cocchi decorati con fiori, gettano petali e dolci sul pubblico; tutt’intorno risuonano le musiche eseguite da bande. La maschera principale del Carnevale di Pratrasso è il “domino nero”, ampio mantello con cappuccio, derivato dal Carnevale di Venezia, da dove venivano importate lussuose sete nere da indossare in questa occasione. La sera del venerdì grasso ha luogo nel teatro municipale il primo ballo del “domino nero”, al quale le donne si recano da sole, indossando maschere e guanti neri. gli uomini invece portano il costume tradizionale chiamato “tudexos”. Una seconda edizione del grande ballo si svolge la sera della domenica e chiude le manifestazioni del Carnevale di Pratrasso.