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Generazione Z

mr wolf

Generazione Z

1997-2009

14-26 anni

Sei nato tra il 1997 e il 2009? Bene, fai parte della Generazione Z, successiva alla Generazione Y.

Figli degli appartenenti alla Generazione X, sono la prima leva cresciuta in un mondo già ampiamente digitalizzato e tecnologico ed è proprio per questo che vengono anche chiamati “nativi digitali”.

Una generazione quindi multitasking, iperconnessa e multiculturale.

Kotler inserisce questa Generazione all’interno delle fasi di vita dello sviluppo umano, in modo trasversale tra le fasi dette Fundamental e Forefront.
La prima si basa sull’esplorazione dell’ambiente e dello spirito di adattamento che ne consegue, sull’apprendimento e sviluppo di abilità e anche sulla scoperta della propria identità; la seconda fase invece è focalizzata sull’assunzione di rischi e sulla realizzazione di sogni, sulla produzione del reddito e l’ambizione di fare carriera e infine sulla creazione di rapporti affettivi stabili.

Da qui si intende come la Generazione Z condivida gli aspetti di entrambe le fasi.

Le persone che ne fanno parte hanno assistito, seppur da spettatori, alla forte crisi finanziaria del 2008 che le ha orientate al risparmio e, di conseguenza, a scelte di acquisto maggiormente consapevoli.

A tal proposito la Generazione Z è estremamente realista, autonoma, pragmatica, consapevole, veloce e responsabile.

Sono una generazione poco interessata all’alcool rispetto alle precedenti, riscrivono le regole dell’amore, determinati a sfidare gli stereotipi, sono preoccupati per i cambiamenti climatici e si battono per un mondo più green e pacifico.

Il contesto nel quale sono nati gli appartenenti a questa Generazione li ha da subito abituati ad avere pieno accesso alla rete globale ed è proprio questo il fattore che li caratterizza di più.

Non sono in grado di concepire una realtà senza internet proprio perché non sono abituati e per questo risulta loro difficile distinguere l’online dall’offline.

Adorano il ‘gaming’, sfidandosi ai videogames su qualunque piattaforma (Twich, YouTube Gaming etc).  Sono curiosi, hanno la mente aperta e vogliono esplorare il mondo e le culture intorno a loro senza preconcetti o limiti, alla moda e ai canoni imposti preferiscono la diversità e l’inclusione.

L’inglese GWI, società di ricerche di mercato globali con un report basato su un campione globale di circa 205.000 persone di 47 paesi diversi, ha scattato una foto della generazione Z di tutto il mondo: non sono più ragazzini e si interessano alla musica (61%), al cibo (53%), al cinema/film (51%), a cucinare (50%), alla tecnologia (49%), ai viaggi (48%), al gaming (47%), a cibo e bevande salutari (44%), a fare sport (41%) e alla scienza (41%). La metà della Gen Z in 9 mercati (i più ricchi) guarda spesso programmi e serie TV straniere di qualità. Una volta valeva per il Giappone e la Corea del sud, ora il trend si è solidificato negli altri paesi e dilaga l’abitudine di guardare anime e K-pop in lingua originale o inglese, anche in Italia.

Inoltre per la Gen Z migliorare la propria salute e benessere continua a essere la priorità assoluta. Tuttavia, i loro atteggiamenti mutevoli nei confronti della cultura del benessere stanno dando forma a un movimento di controcultura che cerca di richiamare i fallimenti dell’industria del benessere: la neutralità del corpo è un movimento in crescita che incoraggia le persone ad accettare il proprio corpo, senza bisogno di concentrarsi sul suo aspetto.

L’interesse primario che li caratterizza è quello di tenersi informati e aggiornati su ciò che li circonda e lo fanno tramite la fruizione di 5 diversi dispositivi (il più utilizzato è lo smartphone, 93%) sui quali manifestano la propria crossmedialità spaziando tra differenti fonti e senza vederne i confini.

Oltre a reperire informazioni e tenersi aggiornati su tutto, gli appartenenti alla Generazione Z sono amanti della creatività e della libertà di espressione per far fronte al ruolo di consumatori.

Una ricerca di “Adolescent Content” ha dimostrato come solo l’8% della Generazione Z creda che i brand siano in grado di comprenderli a fondo, la maggior parte di loro invece sostiene di non essere pienamente coinvolta dai marchi.

Desiderano che i brand possano destinare loro un’offerta personalizzata: proprio la volontà di instaurare relazioni con i marchi li porta ad ambire a prodotti e servizi ad hoc, destinati esclusivamente a loro e, pertanto, con un’alta componente di customizzazione.

Questa è una generazione dinamica alla costante ricerca di luoghi all’interno dei quali esprimersi in maniera libera e totale ed è qui che ritroviamo i social network.

Infatti un’indagine ha riportato che il 99,7% dei componenti della Generazione Z è in possesso di almeno un profilo social come Instagram (91,7%) e Facebook (88%) o TikTok (46%). Di seguito Twitter (43%) e LinkedIN (36%).

I social network diventano quindi luoghi di esplorazione, informazione, sensibilizzazione e, soprattutto, di espressione della propria persona e delle proprie idee.

Ed è proprio all’interno di queste piattaforme che la Generazione Z desidera dare un’immagine di sé che rispecchi la realtà; i contenuti che diffondono difatti sono particolarmente autentici, attendibili e quanto più vicini alla loro vera quotidianità.

La Generazione Z è composta da persone stimolate da una cultura collaborativa affiancata dalla tecnologia e, spinte da una forte ambizione, mirano a ricevere un adeguato livello di istruzione che possa consentir loro il raggiungimento di posizioni professionali di leadership (71%, sondaggio Pearson). Il lavoro, dal loro punto di vista, è sì un modo per mostrare le proprie abilità ma anche per ottenere un guadagno necessario per condurre una vita più che dignitosa.

Uno studio condotto da Fiverr, una piattaforma che consente di mettere in contatto i freelance con persone o aziende che li richiedono, e dalla società di ricerca Censuswide ha dimostrato come i giovani della Generazione Z ritengano più importanti le loro passioni rispetto a una sicurezza finanziaria. È emerso, inoltre, che la maggior parte di loro ambisca e sia proiettata verso l’attività in proprio o, comunque, di voler lavorare come freelance per tutta la carriera professionale.

Per la Gen Z la libera professione è una carriera valida, per raggiungere il successo, però non considerano come fattori fondamentali il titolo di laurea o un normale lavoro da 40 ore settimanali.

È possibile dunque che questa generazione, data la sua tenacia e dato un forte attivismo di natura creativa, sia capace di attuare movimenti e azioni che possano creare un vero e proprio cambiamento nella società nel medio-lungo termine, in un lasso di tempo in cui anche la tecnologia continuerà ad evolversi.
Philp Kotler afferma che la Generazione Z è già molto più numerosa della Generazione Y e che, entro il 2025, sarà la principale fonte di forza lavoro che comporterà un ingente sviluppo dei mercati di servizi e prodotti. (P.Kotler, 2021 “Marketing 5.0”)

Una generazione che, quindi, fa ben sperare in prospettiva futura e che “occuperà quasi tutte le posizioni di leadership nel mondo del marketing” secondo Kotler.