PRIMA ESPOSIZIONE UNIVERSALE DEL 900
Il 14 aprile 1900 venne aperta al pubblico la prima esposizione universale del novecento dal titolo “Il bilancio di un secolo”. L’obiettivo dell’esposizione era infatti quello di celebrare movimenti artistici e culturali sviluppatisi tra la metà del 1800 e l’inizio del nuovo secolo come impressionismo, naturalismo e arte simbolica, mettendo in risalto le opere di pittori e scultori illustri del tempo come Monet, Cezanne, Renoir e Rodin, dando uno sguardo anche al Novecento in fatto di sviluppo tecnologico, divenendo un grande evento popolare di cui gli ingredienti furono scienza, tecnica e genialità umana. L’esposizione fu anche vetrina di una nuova corrente artistica, l’Art Nouveau, che possiamo considerare vera ispirazione per il design moderno.
L’Esposizione di Parigi del 1900 ha come contesto socioculturale la Belle Époque: espansione economica, divertimento e soprattutto fede nel progresso.
Oltre che celebrare il passato (l’arte, la cultura, le idee del secolo precedente), l’esposizione aveva soprattutto l’obiettivo di far vedere al mondo il progresso tecnologico, culturale e artistico della capitale francese ed in generale dell’Europa dell’epoca. Bisogna comunque fare attenzione a considerare l’esposizione esclusivamente legata all’Europa, infatti su 83047 espositori, 44694 erano stranieri e non solo provenienti dai Paesi europei.
Anche per quanto riguarda i visitatori (che furono oltre i 51 milioni) l’esposizione può veramente essere considerata di interesse mondiale. Questi numeri per l’epoca sono stati davvero straordinari, tanto che solo altre due esposizioni universali nella storia hanno registrato più visitatori, Osaka 1970 con 64 milioni e Shangai 2010 con 71 milioni.
L’esposizione di Parigi ebbe luogo dal 14 aprile al 10 novembre, periodo in cui la capitale francese fu anche città ospitante della seconda olimpiade dell’era moderna, successiva ad Atene 1896. L’obiettivo principale era infatti, tra gli altri, quello di celebrare la città di Parigi, affermandola non solo come capitale di Francia, ma come capitale mondiale di progresso tecnologico e culturale. Tra le altre cose, infatti l’introduzione dell’illuminazione pubblica nella città, rese la stessa meta ambita soprattutto per quanto riguardava la vita notturna. Questo particolare fatto sta a dimostrare come non solo la popolazione ricca della città ebbe un beneficio dall’esposizione, ma anche le persone appartenenti alle classi meno abbienti furono avvantaggiate: dal teatro, al balletto, al cabaret, l’intrattenimento si addiceva a tutte le tasche e a tutti i gusti, più o meno raffinati.
Importante opera che venne inaugurata il giorno di apertura dell’esposizione universale fu la prima linea di metropolitana della città di Parigi (la linea 1, ancora oggi esistente anche se ampliata negli anni). All’epoca la linea aveva 8 fermate che naturalmente servivano per raggiungere i luoghi più centrali dell’esposizione. La costruzione di questa linea durò 3 anni, con inizio quindi nel 1897, utilizzando una tecnica di costruzione particolare, infatti per la realizzazione dei tunnel sotterranei, vennero completamente aperte le strade sovrastanti e poi richiuse quando il lavoro era terminato. Dato questo metodo di costruzione il percorso della linea seguiva rigorosamente le strade della capitale francese ed il tunnel era posto ad una profondità non particolarmente significativa.
L’esposizione universale del 1900 fu anche seguitissima per la presentazione di importanti progetti. Per esempio fu presentata al pubblico una delle prime vetture completamente elettriche della storia che destò molto scalpore fra i visitatori. L’automobile in questione era la Lohner-Porsche che presentava due motori elettrici che muovevano le ruote anteriori del mezzo. Ferdinand Porsche (fondatore della casa automobilistica Porsche) negli anni successivi sviluppò questo modello di auto, prima creando un veicolo con 4 motori elettrici posti sui mozzi delle 4 ruote, realizzando la prima auto a trazione integrale della storia e poi creando la prima auto che oggi possiamo considerare “Full-hybrid”. Grazie a questo concept la “Semper Vivus” così chiamata, era anche in grado di percorrere dei tratti piuttosto lunghi solamente con alimentazione elettrica, prima che si attivasse il motore a combustione a benzina. Particolarmente interessante fu il fatto che durante l’esposizione del 1900 fu anche messo in mostra da Rudolf Diesel, un modello di motore alimentato a gasolio (di cui egli stesso aveva il brevetto dal 1892), che sicuramente nella storia, come sappiamo, fu molto più impiegato del motore elettrico progettato da Porsche.
Altra installazione che fu particolarmente importante fu quella di un telescopio che permetteva di osservare la luna come mai prima e l’allestimento di un edificio chiamato “grande globo celeste” in cui gli spettatori potevano godere di uno spettacolo di luci che rappresentava il sistema solare. Tra gli altri, un edificio particolarmente importante fu il palazzo “elettricità” che alimentato a carbone dotava di energia elettrica tutta l’area dell’esposizione e i mezzi di trasporto come la metropolitana. Al di fuori di questo edificio inoltre gli spettatori potevano godere di uno spettacolo di luci e colori allestito all’interno di una fontana.
A dimostrazione dell’importante sviluppo culturale e tecnologico che vi fu in quel periodo in Francia, durante l’esposizione universale furono, inoltre, esibite altre importantissime opere e progetti che negli anni successivi (fino ai giorni nostri) hanno avuto molto successo: la prima scala mobile di Charles Seeberger; il cinematographe dei fratelli Lumiere; il telegraphone dell’ingegnere danese Valdemar Poulsen.
L’esposizione universale di Parigi del 1900 non fu la prima che venne ospitata dalla capitale francese, ma la quinta. Particolarmente emblematica fu quella del 1889 vista l’inaugurazione della torre Eiffel, che fu naturalmente anche protagonista nel 1900. La prima esposizione universale venne organizzata a Londra nel 1851, ma come detto, possiamo considerare quella del 1900 la più importante non solo per il numero di visitatori ma soprattutto per l’influenza culturale, sociale e artistica che ha avuto negli anni successivi.