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Le varie Generazioni – Baby Boomers

mr wolf

Le varie Generazioni – Baby Boomers

Nell’era del digitale, i vari brand hanno una nuova sfida da affrontare ovvero trovare un equilibrio tra creazione di valore nel presente e cominciare a posizionare i brand per il futuro.

Questo vuol dire investire ancora sulla generazione dei cosiddetti “Baby Boomers” e “ Generazione X” perché dispongono di risorse consistenti a predisporre i brand in modo da influenzare le future generazioni (la Y e la Z )che sono molto più esperte di digitale e tengono in conto vari fattori prima dell’acquisto, come per esempio il lato sociale ed ambientale dell’azienda.

In questo primo articolo andremo a parlare della prima generazione passata al setaccio dei marketer, ovvero la generazione dei “Baby Boomers”.

Sono i nati tra il 1946 e il 1964, hanno ad oggi tra i 58 e 76 anni e il loro nome viene dal fatto che in America in quegli anni ci fu un elevato tasso di natalità.

La generazione dei Baby Boomers segue la Generazione silenziosa ed è seguita dalla Generazione X.

I Baby Boomers rappresentano il primo gruppo generazionale a sperimentare i più grandi cambiamenti storici e sociali del pianeta in seguito alle innovazioni portate dall’industria bellica della seconda guerra mondiale al mondo civile.  Hanno innescato le rivoluzioni sociali ed economiche del secolo scorso che hanno cambiato profondamente le convenzioni ei ruoli sociali, finanziari e professionali.  In un certo senso possono essere definiti come la ‘generazione del cambiamento’.  Hanno imparato rapidamente a darsi da fare, a fare amicizia con la tecnologia e l’innovazione e a contare sulla forza del gruppo.

Al contrario delle future generazioni, hanno cercato sul lavoro di scalare la gerarchia aziendale tradizionale con ritmi frenetici. Con questa generazione viene coniato il termine “ self-made man”.

La maggior parte di loro è ancora attiva nel mondo del lavoro: oggi la maggior parte dei Baby Boomers si trova nell’ultima parte della vita ovvero Final, ma ritarda il pensionamento per rimanere attiva e godersi una vita appagante, nonostante questo porti allo scontro nel luoghi di lavoro con le nuove generazioni, che reputano i Baby Boomers poco inclini all’utilizzo delle nuove tecnologie, anche se molte ricerche nel campo manageriale provano che in realtà questa mescolanza generazionale è una grande occasione di innovazione e progresso. Metodi e visioni hanno l’opportunità di confrontarsi e completarsi a vicenda, fondendosi e generando con tutta probabilità migliori performance.

La loro adolescenza è passata attraverso tensioni politiche degli anni 60 e 70, per questo molti di loro hanno fatto parte dei movimenti di controcultura, avviando concetti come l’attivismo sociale e l’ambientalismo.

La Generazione dei Baby Boomers è divisa in due sotto insiemi: i nati nella prima decade e la Generazione Jones, che sono gli ultimi nati e al contrario dei primi hanno vissuto nei turbolenti anni 70 con genitori lavoratori e che condividono molte caratteristiche con la generazione seguente, quella X.

Il primo marketing ( Marketing 1.0), che si è rivolto a questa generazione, negli anni ‘50 basava le sue attenzioni al prodotto più che al consumatore e proprio in quegli anni in America ci fu la creazione delle famose 4P ( Prodotto, Prezzo, Punto vendita e Promozione).

La generazione dei Baby Boomers, del resto, è la generazione che è stata più segnata dalla storia: quella, cioè, che ha vissuto in prima persona il più alto numero di eventi con un impatto non indifferente sulla società, sull’economia, sulla politica, dalla guerra fredda, all’assassinio di J. F. Kennedy e Martin Luther King, per arrivare appunto alla guerra del Vietnam e allo sbarco sulla Luna.

Nella maggior parte dei paesi occidentali essi rappresentano il gruppo demografico principale (76 milioni di Americani, per esempio, sono nati appunto tra la seconda metà degli anni Quaranta e la seconda metà degli anni Sessanta). In Italia sono circa 14 milioni, di cui circa 4,5 milioni nel mondo del lavoro.

Sono persone ottimiste, indipendenti, spesso con un’istruzione medio-alta, concrete ed attente alla forma fisica. Oggi hanno anche una vita social: circa il 75% di essi è su Facebook, pubblicando post che talvolta vengono derisi dai giovani, ma hanno sperimentato (secondo alcune statistiche) anche il sexting – lo scambio di messaggi e immagini a contenuto sessuale.

Più in generale, l’espressione ha finito per far riferimento a una generazione di privilegiati che più dei loro discendenti hanno potuto godere di una condizione di benessere economico e sociale, di politiche di assistenzialismo pubblico e di una generalizzata fiducia dei consumi.

Le contingenze storiche, del resto, sono innegabili e i Baby Boomers portano già nel nome il segno di un boom delle nascite improvviso, che non poteva non essere collegata a un periodo di maggiore prosperità economico-sociale.

Dall’intrattenimento al lusso sono dei buoni consumatori e, al contrario di qualche previsione, non si fanno intimidire dalle tecnologie, anche se pigri nell’utilizzo.

Storicamente la generazione dei Baby Boomers si è segnalata per un atteggiamento di rottura con la generazione precedente, portando tematiche come l’antirazzismo, il femminismo, l’ecologia.

Uno dei canali per rappresentare il conflitto generazionale fra i Baby Boomers e le generazioni precedenti (e successive) furono ovviamente i film. Uno dei più rilevanti per la tematica di “rottura” fu il film americano “Indovina chi viene a cena”? del 1967, in cui si trattava dell’abolizione del divieto al matrimonio interrazziale.

Un altro canale sono state le serie televisive, in particolare le serie tv americane.

Negli anni Settanta la sitcom Arcibaldo aprì la strada alla raffigurazione televisiva di temi precedentemente considerati non idonei per le commedie televisive, come il razzismo, il sesso, l’omosessualità, il ruolo delle donne, lo stupro, l’aborto, il cancro, la guerra del Vietnam, la menopausa e l’impotenza. Il protagonista Arcibaldo Bunker, che dà il nome alla serie, è un membro della Generazione silenziosa ed è rappresentato come bigotto, razzista, pieno di pregiudizi nei confronti di tutti coloro che non sono simili a lui. Passa il tempo a discutere con la figlia e il genero – immigrato di origine polacca – che sono invece progressisti e femministi. La moglie di Arcibaldo ha come migliore amica Louise Jefferson, una vicina di casa nera. Invece i rispettivi mariti, Arcibaldo e George Jefferson, si odiano cordialmente dato che hanno praticamente lo stesso carattere. La serie “Arcibaldo” avrà come spin-off I Jefferson, sitcom dedicata ai vicini di casa e proporrà in tv per la prima volta un matrimonio interrazziale al pubblico americano (i matrimoni interrazziali furono illegali negli Stati Uniti fino al 1967).

Negli anni Ottanta la sitcom Casa Keaton rappresenta invece la situazione inversa: i genitori, Steven e Elyse Keaton, appartengono alla generazione hippy mentre i figli appartengono alla Generazione X e sono completamente a loro agio nel consumismo di quel decennio. In particolare il primogenito Alex Keaton (Michael J. Fox) è un futuro yuppie ed è rappresentato come un conservatore grande fan di Ronald Reagan.

E’ importante imparare a conoscere, attraverso le generazioni che si sono susseguite, i cambiamenti che dal 1946 il mondo e le persone hanno vissuto, cambiamenti che ovviamente hanno influenzato tantissimo il nostro modo di pensare, di comunicare, di agire.